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LA FIABA DELLA PRINCIPESSA CAPIRELLA

Era davvero meraviglioso il Paese della Felicità, adagiato sul fondo di una valle verdissima e soleggiata, attraversata per tutta la sua lunghezza dal fiume Rubicondo. Per la verità, Paese delle Felicità non era il suo vero nome, ma gli abitanti erano così contenti di viverci che ormai tutti lo chiamavano così e nessuno si ricordava più nemmeno come si chiamasse davvero quel posto fantastico. Ma non fu sempre così… Si racconta che un tempo regnasse sul paese Re Arturo, un re buono e saggio che aveva molto a cuore la salute dei suoi sudditi. Era sempre pronto ad aiutare chi era in difficoltà ed era amato da tutti. Re Arturo era sposato con la Regina Carlotta, altrettanto buona e benvoluta.

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Arturo e Carlotta erano davvero una bella coppia, ma avevano una figlia, la principessa Capirella che proprio non somigliava loro. Aveva, infatti, un carattere impossibile: capricciosa e sempre scontenta, voleva distinguersi da tutti in ogni cosa che faceva, convinta che una principessa dovesse dimostrare in ogni modo la sua superiorità. Capirella si vestiva soltanto con stoffe rarissime provenienti dall’Oriente, indossava solo scarpe di cristallo, e per trainare la sua carrozza aveva fatto arrivare da un paese lontano dei cavalli di una razza mai vista, con il manto metà bianco e metà rosso… La principessa era esigente anche a tavola: voleva una pietanza diversa ogni giorno dell’anno e non beveva acqua, ma solo un pochino di succo di petali di rosa, che i poveri cuochi di corte faticavano tantissimo a spremere. Re Arturo e la Regina Carlotta non erano affatto contenti di come si comportava la figlia, ma erano così buoni che la lasciavano fare e cercavano di soddisfare ogni suo desiderio, convinti che prima o poi sarebbe cambiata. Le cose, però, invece di migliorare, sembravano andare sempre peggio man mano che Capirella cresceva. Non solo le sue pretese aumentavano continuamente, ma diventava sempre più triste. Si vedeva che non stava bene: era nervosa, irritabile, stanca, debole… A nulla valevano i tentativi dei sudditi di rallegrarla con dei regali: Capirella li rifiutava tutti, perché secondo lei non erano degni di una principessa. Non si faceva nemmeno più vedere in pubblico, sempre rintanata nelle sue stanze.

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Re Arturo e la Regina Carlotta erano davvero tristi e preoccupati, al punto che un giorno il Re decise di indire un concorso: avrebbe dato in premio la sua corona e il suo regno a chi avesse portato un regalo capace di fare finalmente felice Capirella. La voce si sparse ben oltre i confini del paese e iniziarono ad arrivare a corte i personaggi più strani: sultani che portavano in dono a Capirella gioielli meravigliosi, artisti che le donavano quadri e statue di una bellezza unica, nobili che la omaggiavano con profumi ed essenze rarissime… ma per tutti la risposta era la stessa: NO!


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